traumfabrik blowup
La lingua tedesca ammette che continuamente possano essere creati neologismi fondendo fra di loro le parole, in modo da esprimere nuove idee e nuove definizioni. Traumfabrik nasce dalle parole tedesche Traum, sogno e Fabrik, fabbrica. Fabbrica dei sogni. Il nome Traumfabrik fu coniato da Filippo Scozzari quando, insieme a Giampietro Huber e a Dadi Mariotti, prese possesso di un appartamento in uno stabile occupato dal Movimento in via Clavature 20, nel centro di Bologna. Era la primavera del 1976.
Nessuno di noi aveva mai visto Scozzari prima di quella sera, ed iniziammo quindi a frequentare quella casa in qualità di amici di Huber, colmi di curiosità per quello strano personaggio. Vedere come viveva e lavorava un autore di fumetti – un vero autore di fumetti – era qualcosa di eccitante per noi, nati e cresciuti in una piccola città come Bologna. Ecco la prima delle caratteristiche che ci accumunavano: non eravamo studenti fuori sede, tutti noi eravamo bolognesi. Fin dall’inizio in quella casa si combatté una lotta sotterranea, una sorta di braccio di ferro fra noi e Filippo. La posta in palio era la Traumfabrik, che lui vedeva prevalentemente come uno spazio privato, casa sua, e noi come uno spazio “di movimento”, che nel gergo di quei tempi significava un luogo che poteva essere utilizzato senza alcuna preoccupazione. Se a qualcuno di noi fosse saltato in testa, per esempio, di abbattere a picconate una parete (cosa che è stata anche tentata), nessuno – a parte Scozzari - avrebbe avuto nulla da dire. Questa battaglia Filippo la perse, fin da subito, e la Traumfabrik divenne una "Open House", nella più pura tradizione delle Factories di Andy Warhol...
Nessuno di noi aveva mai visto Scozzari prima di quella sera, ed iniziammo quindi a frequentare quella casa in qualità di amici di Huber, colmi di curiosità per quello strano personaggio. Vedere come viveva e lavorava un autore di fumetti – un vero autore di fumetti – era qualcosa di eccitante per noi, nati e cresciuti in una piccola città come Bologna. Ecco la prima delle caratteristiche che ci accumunavano: non eravamo studenti fuori sede, tutti noi eravamo bolognesi. Fin dall’inizio in quella casa si combatté una lotta sotterranea, una sorta di braccio di ferro fra noi e Filippo. La posta in palio era la Traumfabrik, che lui vedeva prevalentemente come uno spazio privato, casa sua, e noi come uno spazio “di movimento”, che nel gergo di quei tempi significava un luogo che poteva essere utilizzato senza alcuna preoccupazione. Se a qualcuno di noi fosse saltato in testa, per esempio, di abbattere a picconate una parete (cosa che è stata anche tentata), nessuno – a parte Scozzari - avrebbe avuto nulla da dire. Questa battaglia Filippo la perse, fin da subito, e la Traumfabrik divenne una "Open House", nella più pura tradizione delle Factories di Andy Warhol...
1 commento:
Sinceramente carissimo Scozzari, la informo che il suo "La Dalia Azzurra" ha una candidatura al premio Carlo Boscarato terza edizione, la cui cerimonia si terrà al Palazzo del turismo di Treviso, all'interno della rassegna "Fumetti in Tv", nel primo fine settimana di Ottobre 2007.
Ovviamente, seguiranno delucidazioni...
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