14 febbraio 2007

Nostàlghia

Ahhh, il '77...
Il grave è che quest'altr'anno ci rifaranno col '68.
Lucia Annunciazione cerca d'aggrapparsi alle atmosfere della propria giovinezza, intrecciando la nostra storia recente alla sua, sempre dentro e fuori dalle cliniche oculistiche, poverina. Ecco quindi la bizzarra proposta/illustrazione d'un parallelo dipanarsi con l' Annunciazione del 1977: l' esplosione di migli/aia di intellettual/ini, il loro scivolare in un caos/ino sempre più cupo e violento, il loro blabla che avvolge lo stivale in un cappa e spada di cui nessuno sente in realtà il bisogno, e dal quale solo i più creativi, monelli e lucidi riescono a tenersi distanti, operando in altri territori [Questo lo dico io, non l'Annunciazione, che era ancora in clinica]. I sedicenti padri vengono ripudiati e uccisi, qualcuno pure gambizzato - ma, più che padri, sono piccoli bidelli, status identico a quello dei loro gambizzatori. È l'anno in cui ci si accorge che la Resistenza è democristianamente putrefatta, e mai consapevolezza fu più tardiva.[Idem] Uno spartiacque dopo il quale l'Italia sarebbe rimasta la stessa, come l'Annunciazione. Le Annunciazioni nello stivale non hanno mai funzionato, ed il libro, nella sua inutilità, ne rende testimonianza. [Idem]

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco, se posso permettermi: questa è una recensione che vale un'annata di terze pagine del Corriere e Repubblica messe insieme. :-)
(q.)

Flìp La Folì ha detto...

Dimenticavo: come se non bastasse,l'Annunciazione non sa scrivere. Il suo italiano è sciapo e noioso, degno condimento di un testicolo noioso e sciapo, redatto per non perdersi l'appuntamento coi "fasti" del trentennale. BRUCIARE.

@lberto ha detto...

ieri sera hanno trasmesso un programma sul 77 per radio, dove si parlava di "Pazienza, Scòzzari e quegli anni straordinari" :)

Anonimo ha detto...

quale radio?